Dalle edizioni secentesche alle moderne edizioni

Vai a Clerselier I, II, III/EDeX

 

Le lettere costituiscono la metà dell'intera produzione di Descartes. Un dato, questo, ben visibile nell'edizione AT, nella quale su 11 volumi ben 5 sono occupati dalla Correspondance. Le lettere costituiscono, d’altra parte, la base della Vie de Monsieur Descartes (1691) d'Adrien Baillet (1649-1701). Esse rappresentano, dunque, una fonte straordinaria di conoscenza della genesi di dottrine e teorie che il filosofo ha consegnato in forma compiuta alle sue opere a stampa e di quelle che ha scelto di non rendere pubbliche: svelano che le tappe di elaborazione delle prime sono passate dal dialogo epistolare con savants, filosofi, teologi, uomini di stato, principesse; mostrano lungo quali altri sentieri della ricerca il filosofo si sia incamminato. Le lingue delle lettere, come quelle delle opere, sono il francese e il latino. Rispetto ai testi a stampa, Descartes usa, se pur raramente, il nederlandese e, talvolta, in una stessa lettera passa dal francese al latino.

Come è consuetudine nel diciasettesimo secolo, la corrispondenza cartesiana è stato il mezzo di circolazione delle idee del filosofo sotto forma di discussioni e obiezioni; essa rivela anche la messa in atto di strategie di dissimulazione delle informazioni. Clerselier e lo stesso Baillet (che, in un certo seno, è da considerare anch'egli un editore) hanno utilizzato le lettere per costruire e veicolare un'immagine per molti versi edulcorata di Descartes: come il savant super partes capace di mantenere un assoluto autocontrollo anche nel mezzo delle polemiche più accese, il filosofo che discuteva con la regina Cristina di Svezia, la principessa Elisabetta (ancora vive quando le lettere erano date alle stampe) e con l’ambasciatore Chanut di morale, amicizia, amore e sommo bene. Il Descartes di Clerselier non somiglia molto a quello che ha realmente interloquito, direttamente o indirettamente, attraverso Mersenne, con savants e teologi suoi contemporanei; ed è forse più romanzato di quanto lo sia quello di Baillet.

Le lettere restituiscono un'immagine di Descartes a tutto tondo: svelano il savant e l’uomo Descartes con le sue abitudini e le sue routines.

 

Quante lettere abbiamo a disposizione oggi?

Quali sono le edizioni complete delle lettere di Descartes?

1657-1667. Clerselier: primo editore della corrispondenza di Descartes 

Come Clerselier entra in possesso delle minute? 

Quali sono le strategie editoriali di Clerselier? 

Perché Clerselier traduce le lettere in francese? 

1668. EL: l’edizione latina della corrispondenza

Dopo Clerselier. Il progetto incompiuto di Legrand: l’esemplare Clerselier-Institut 

1897-1913. AT: l’edizione nazionale francese 

1969-1974. AT-NE 

1936. AM: una nuova edizione delle lettere di Descartes

20092. BLet: edizione critica e traduzione italiana della corrispondenza di Descartes (2005)

2013. JRA: edizione critica completa della corrispondenza attiva di Descartes

 

Quante lettere abbiamo a disposizione oggi?

Disponiamo oggi di 736 lettere, ossia più del doppio di quelle che aveva a disposizione il lettore secentesco: Clerselier tra il 1657 e il 1667 pubblica complessivamente 362 lettere. Si deve precisare che nei volumi II e III delle lettere latine viene data anche la traduzione francese e che alcune delle lettere non sono né di Descartes né a lui indirizzate.

 

Quali sono le edizioni complete delle lettere di Descartes?

 

AT


René Descartes, 
Œuvres, éd. par Ch. Adam et P. Tannery, Paris, Léopold Cerf, 1897-1913, vols. 13


AT-NE


Nouv. présent. par J. Beaude, P. Costabel, A. Gabbey et B. Rochot, Paris, Vrin, 1964-1974, 11 vols.


AM


René Descartes, 
Correspondance, éd. par Ch. Adam e G. Milhaud, Paris, Alcan, 8 vols., 1936


BLet


G. Belgioioso (ed.), 
René Descartes. Tutte le lettere 1619-1650, con la collaborazione di I. Agostini, F. Marrone, F.A. Meschini, M. Savini e di J.-R. Armogathe, Milano, Bompiani, 20092


Clerselier


Cl. Clerselier (ed.), 
Lettres de Mr Descartes, 3 vols., Paris, Charles Angot, 1657-1667


Clerselier-Institut


J.-R. Armogathe, G. Belgioioso (eds.), 
Claude Clerselier. Lettres de Mr Descartes, 6 vols., Paris, Charles Angot, 16673, 16662, 1667, esemplare delle Lettres de Descartes, custodito presso la Bibliothèque de l’Institut de France, MS 4469-447, contenente postille manoscritte a margine ed in becquets, Lecce, Conteditore, 2005


EL


René Descartes, 
Epistolae, partim ab auctore Latino sermone conscriptae, partim ex gallico translatae. In quibus omnis generis quaestiones philosophicae tractantur, et explicantur plurimae difficultates quae in reliquis ejus operibus occurrunt pars prima [-secunda], 2 tt., Amstelodami, apud Danielem Elzevirium, 1668

   

JRA


J.-R. Armogathe (ed.), René Descartes. Correspondance, in J.-M. Beyssade e D. Kambouchner (eds.), René Descartes. Œuvres complètes, vols. VIII (2 tt.), Paris, Gallimard, 2013

 

Baillet [Adrien Baillet, La vie de Monsieur Des-Cartes, 2 vols., Paris, chez Daniel Horthemels, 1691 (rist. anast.: Hildesheim, Olms, 1972; New York, Garland, 1987)] pubblica frammenti o riassunti di lettere di cui, in alcuni casi, è l'unica fonte.

 

1657-1667. Clerselier: primo editore della corrispondenza di Descartes

La prima edizione completa delle lettere si deve a Claude Clerselier (1614-1684): 352 lettere e tre frammenti suddivisi in tre volumi (119 lettere nel vol. I; 118 lettere e tre frammenti nel vol. II; 125 lettere nel vol. III). Il primo volume esce appena sette anni dopo la morte del filosofo; il terzo diciassette anni dopo. Le lettere sono ordinate non cronologicamente, ma per argomento. 

Clerselier pubblica le copie di lettere (‘minute’), che Descartes conservava, e non gli originali spediti (‘autografi’).

 

Come Clerselier entra in possesso delle minute?

In partenza dalle Province Unite verso la Svezia, dove morirà nel 1650, Descartes lascia all'amico Cornelis van Hogelande (1590-1662) un baule con parte delle sue carte e porta con sé il resto: le lettere, i registres e i manoscritti, tra gli altri quello delle Regulae. Adrien Baillet e Pierre Bayle (1647-1706) ci indicano come i manoscritti di Descartes sono giunti a Clerselier dopo la morte del filosofo. Glieli aveva inviati il cognato Pierre-Hector Chanut (1601-1662), ambasciatore di Francia in Svezia, dopo la rinuncia dei parenti. Clerselier li riceve nel 1653 in uno stato di grande confusione e disordine. Questo sarebbe dovuto a un naufragio del battello che risaliva la Senna tra Rouen e Parigi (Baillet II 428).

 

Quali le strategie editoriali di Clerselier?

Gli interventi di Clerselier rispondono ad una precisa strategia, così come è strategica la decisione di pubblicare le lettere secondo un ordine che è di contenuto e non cronologico [Vedi: Presentazione].

Clerselier descrive la grande confusione e disordine delle carte e la grande fatica profusa per riordinarle («Ce désordre a donné beaucoup d’exercice à l’industrie et à la patience de M. Clerselier», commenta Baillet II 402). Ne aveva ricavato 332 lettere e i 29 nomi dei corrispondenti della sua edizione. Nella certezza conclamata d' 'indovinare’ quel che Descartes intendeva, interviene in più direzioni: riorganizza ciascuna lettera attorno a nuclei tematici attraverso tagli e interventi di varia natura sulle minute; introduce parole e frasi là dove non riesce a decifrare la scrittura, perché ritiene di 'dover' riempire gli spazi vuoti nel foglio; addolcisce i toni più polemici e i termini troppo aspri dettati dall'animosità; in un caso si è spinto fino a costruire una falsa lettera con il fine ‘buono’ di mettere a tacere un nemico storico di Descartes, Gilles Personnes de Roberval (1602-1675): un'intera lettera che Descartes non ha mai scritto (G. Belgioioso, Un faux de Clerselier, in «Bulletin cartésien/Archives de philosophie», XXXIII (2005), pp. 148-158).

L'unico rischio che paventa e di cui lo minaccia Roberval (Clerselier III 15) è di essere smascherarlo se avesse rilevato delle difformità tra le minute che dava alle stampe e gli autografi  posseduti dai corrispondenti: «J’avertis ceux qui verront ici leurs lettres, qu’il se poura faire qu’ils ne les trouveront pas en tout conformes à celles qu’ils ont reçues de Monsieur Descartes» (Clerselier I 8; Baillet II 402). Clerselier trova anche dei blocchi di lettere più ordinati indirizzati a questo o a quel corrispondente: Elisabetta, Regius, Mersenne, Huygens, oppure ad esempio, i gesuiti.

 

Perché Clerselier traduce le lettere in francese?

Clerselier spiega nella Préface al volume II il motivo della scelta di tradurre le lettere in francese: l’insistenza dei librai. Questi ultimi avevano fatto presente che, a causa del gran numero di lettere latine, molti lettori erano stati dissuasi dall'acquistare il primo volume, mentre altri avevano addirittura pensato che il latino fosse stato usato con l'intenzione di tenere nascosta la parte più bella del libro. Da qui la decisione di affidare ad una persona a lui vicina (il figlio?) il compito di tradurre una parte delle lettere.

 

1668. EL: l’edizione latina della corrispondenza

Nel 1668, presso gli Elzevier ad Amsterdam, appare una versione latina dei due primi volumi di Clerselier, che saranno stampati più volte da Blaeu a partire dal 1682. Nel 1683, presso lo stesso editore, esce anche il terzo volume.
In assenza di autografi, rimane incerta la questione relativa alla provenienza delle lettere latine dell’edizione: se non è improbabile che, almeno in alcuni casi, si tratti degli originali delle lettere che Clerselier pubblica in traduzione francese, non si può neanche escludere che si tratti di una traduzione di seconda mano a partire dalle traduzioni francesi di Clerselier.

 

Dopo Clerselier. Il progetto incompiuto di Legrand: l’esemplare Clerselier-Institut

Se pure indirettamente, il lascito da parte di Clerselier di 500 Livres e di tutti i manoscritti in suo possesso (P. Bayle, Nouvelles de la République des Lettres de juin 1705, pp. 689: rist. Genève, Slatkine, 1966) e la possibilità di disporre di autografi, negati a Clerselier, portano Jean-Baptiste Legrand († 1704) e Adrien Baillet a progettare una riedizione delle lettere di Descartes. Legrand ne scrive a Chouet il 10 aprile 1690: «Tous les Manuscrits de Mr Descartes qui n’ont point encore été imprimés, sont en ma possession, outre 120 lettres que je recueillais de diverses personnes sans parler des mémoires qui me sont venus de la part de la famille qui subsiste encore avec éclat dans le Parlement de Bretagne» (Genève, Archivi della famiglia Turettini, cit. da J.-R. Armogathe-G. Belgioioso, Introduction a Clerselier-Institut, pp. XV-XVI). E Baillet registra con soddisfazione che morto Roberval, «qui avait la réputation d’être le principal adversaire de notre Philosophe» (Baillet I XXXII), il pacco delle lettere di Descartes è venuto in possesso di La Hire che «a eu la patience de vouloir lire ces lettres avec nous, de nous faire remarquer leurs différences d’avec celles qui sont imprimées, et de nous communiquer celles qui n’avaient pas encore vu le jour» (Baillet I XXXIV-XXXV).

Gli esemplari sui quali Legrand e Baillet lavorano (Clerselier I, III: ed. 1667; Clerselier II: ed. 1666), via via che il lavoro di collazione sugli autografi procede, si riempiono di correzioni circa date, luoghi e nomi dei corrispondenti, di segni di rinvio da una pagina all’altra del medesimo volume o da un volume all'altro per indicare, ad esempio, la pagina in cui si trova il seguito di una lettera, di linee orizzontali per marcare la fine di una lettera, di pezzetti di carta o interi fogli incollati (becquets), ecc.

Un lavoro minuzioso e attento pensato per lo stampatore e che, avviato nel 1684, si protrarrà per quasi venti anni almeno fino alla morte di Baillet. Non darà luogo, tuttavia, ad una nuova edizione delle lettere.

Di questo importante progetto nel 2005 è stata realizzata per la Conteditore di Lecce una ristampa in 6 volumi che è aui presentata on line in formato immagine..

 

1897-1913. AT: l’edizione nazionale francese

AT è l’edizione nazionale francese. Curatori sono Charles Adam e Paul Tannery. Se ne può ricostruire la storia attraverso una serie di articoli che Tannery pubblica tra il 1883 e il 1903 (Mémoires scientifiques [1926], 6 voll., Paris, Gabay, 1996, vol. VI). In un articolo del 1886 e poi, soprattutto, in uno del 1889, scritto dopo la scoperta del clamoroso furto degli autografi perpetrato da Guglielmo Libri e il loro parziale recupero, Tannery ne ricostruisce le ingarbugliate vicende. Lo choc di questo clamoroso furto induce Tannery a rendere pubblici gli autografi che vengono via via recuperati e a pubblicarne i testi nell' «Archiv für Geschichte der Philosophie» e in una monografia La Correspondance de Descartes dans les inédits du fonds Libri; in un articolo del 1891, rivolge un appello «à tous les amis de la philosophie pour la recherche de ces lettres», di Descartes. Quattro anni dopo la pubblicazione della monografia, che è del 1893, viene ufficialmente annunciato da Tannery il progetto di edizione delle Œuvres di Descartes in collaborazione con Charles Adam.

AT dispone le lettere in ordine cronologico, usa Clerselier-Institut. L'inserimento in corso di realizzazione degli autografi che venivano via via ritrovati non giova alla coerenza dell'opera (e si trovano dispersi nei volumi X, XI e nel Supplément, dopo i primi cinque che contenevano le lettere. Cfr. G. Belgioioso, Introduzione a BLet, p. XXIX). Si deve precisare che il primo a servirsi di Clerselier-Institut, seppure in maniera non sistematica, è stato Victor Cousin (1792-1867)per la sua edizione delle Œuvres de Descartes (Paris, Levrault, 1824-1836, XI voll.). In questa edizione, la corrispondenza occupa i volumi VI-X.

 

1969-1974. AT-NE

Sessantanni dopo AT, nel 1969 esce a Parigi, presso Vrin, il vol. I della nuova edizione di AT che sarà completata, in 11 volumi, nel 1974. Curatori sono Joseph Beaude, Pierre Costabel e Bernard Rochot; per il carteggio Descartes-More, Alan Gabbey. Di questa seconda edizione si hanno due ristampe: la prima, parziale (dei primi tre volumi), è del 1974-1975; la seconde, del 1996, è un'edizione in demi-poche.

La scelta fatta dagli editori è conservativa: dell'edizione I mantiene la numerazione delle pagine e la struttura aggiungendo in ciascun volume, alle Additions (A), delle Nouvelles Additions (NA) dove confluiscono le lettere pubblicate da AT nel Supplément del 1913; le lettere scoperte da Roth (Correspondance of Descartes and Constantyn Huygens. 1635-1647, by L. Roth, Oxford, Clarendon Press, 1926); altre lettere ritrovate successivamente. Nelle Appendices vengono inserite nuove note che precisano o rettificano quelle di AT.

 

1936. AM: una nuova edizione delle lettere di Descartes

L'edizione dei 126 autografi delle lettere Descartes-Huygens realizzata nel 1926 da Roth induce Charles Adam a pubblicare en 1933 un articolo nel quale propone un Nouveau classement della Correspondance de Descartes («Revue philosophique de la France et de l’Etranger», CXV, pp. 373-401) e, successivamente, a realizzare una nuova edizione nella quale ricolloca le lettere che AT aveva pubblicato nel vol. X e nel Supplément nel loro ordine cronologico; tiene conto, limitatamente alle lettere Descartes-Mersenne, delle acquisizioni (una fucina d’informazioni) dell’edizione in corso della corrispondenza di Mersenne (Mme Tannery, R. Pintard, C. de Waard, B. Rochot, A. Beaulieu [eds.], Marin Mersenne. Correspondance, vols. 17: vol. I, Paris, Beauchesne, 1932; vols. II-III, Paris, PUF, 1945-1947; vol. III, 2e éd. et vols. IV-XVII, Paris, CNRS, 1955-1988); dà, in nota, la traduzione francese delle lettere latine ripresa dall'edizione delle Lettres di Clerselier del 1724-1725 (Paris, Compagnie des Libraires).

 

20092. BLet: edizione critica e traduzione italiana dell'epistolario di Descartes (2005)

Si tratta dell'edizione-traduzione con testo originale a fronte a cura di G. Belgioioso, con la collaborazione di I. Agostini, F. Marrone, F. A. Meschini, M. Savini e di J.-R. Armogathe, in un unico volume, uscita per Bompiani a Milano nel 2005 e in una seconda edizione riveduta, corretta ed ampliata nel 2009. In totale sono editate 735 lettere. Le edizioni di riferimento sono AT, Clerselier, Clerselier-InstitutBaillet.

L'edizione comprende diverse nuove lettere: tra le altre, una missiva di Bourdin a Descartes (BLet 731, p. 2807), un'altra, di dubbia attribuzione, diretta alla nutrice Jeanne Sain (BLet 729, p. 2805) che Maxime Leroy per primo aveva pubblicato e che AM I 474 aveva inserito, non numerandola, in appendice.

Rispetto alla prima edizione (2005), nella seconda si trovano la lettera di Henry More (BLet 735, pp. 2813- 2815) che risponde, nel 1655 e su richiesta di Clerselier, alla lettera di Descartes dell'agosto 1649, il biglietto di accompagnamento delle obiezioni contro le Meditazioni avanzate da Juan Caramuel y Lobkowitz (lettera di Caramuel a Descartes, 7 luglio 1644, BLet 732, pp. 2809), due lettere indirizzate a Picot il 28 luglio 1645 (BLet 733, p. 2811) e il 2 ottobre 1648 (BLet 734, p. 2811). Si dà, infine, un testo più ampio delle lettera a Picot del 7 dicembre 1648 (BLet 671) aggiungendo il riassunto che si trova in Baillet II 355-356. Delle lettere latine il testo di riferimento, quando non sia stata data diversa indicazione, è EL.

Quanto al testo a fronte sono state operate delle scelte necessarie in quanto in alcuni casi AT-NE fornisce della medesima lettera due versioni. Nella testatina sono stati dati i riferimenti delle edizioni moderne. In assenza di autografi che dirimino i problemi in maniera radicale, si sono mantenute ferme le congetture avanzate da AT-NE, ma dando informazioni circa tutte le altre.

Per la prima volta, Clerselier-Institut è stato utilizzato sistematicamente, trascrivendo nella nota n. 1 di ciascuna lettera i marginalia e i becquets relativi a date e nomi dei corrispondenti.

 

2013. JRA: edizione critica completa della corrispondenza attiva di Descartes 

L'edizione comprende tutta la corrispondenza attiva di Descartes disposta per argomento.

 

 

Segnaliamo due edizioni, una giapponese ed una rumena, di tutte le lettere de=i Descartes:

H. Yamada (ed.), Descartes. Correspondance, 8 voll., Tokyo, Chisen-shokan, 2012-2016

V. Alexandrescu (ed.), René Descartes. Correspondenţa completă, 2 voll., Bucarest, Polirom, 2014

 

 

 

 

Tutte le informazioni contenute in questa sezione sono tratte da BLet (Introduzione, pp. IX-XLV).

 

I Responsabili scientifici

Giulia Belgioioso

Vincent Carraud